Gli altri mi giudicano
La paura che gli altri ci giudichino è democratica: chiunque si trova a fronteggiarla in qualche fase della vita dopo l’adolescenza.
Come spesso capita, le paure hanno un’origine legittima: volando indietro nel tempo, quando la società era organizzata in piccole comunità, le maggiori o minori possibilità di sopravvivenza dipendevano dal gruppo e dal suo giudizio, che decideva chi era dentro e chi fuori.
Tornando a oggi, anche se siamo abbastanza al riparo da minacce per la sopravvivenza, abbiamo ancora paura del giudizio degli altri, a volte così tanto che. i blocca molte iniziative, idee e desideri.
Ecco perché oggi vorrei condividerti qualche riflessione per provare a superarla, o per conviverci senza che danneggi troppo i tuoi progetti.
Iniziamo con qualche considerazione che spero ti dia un po’ di pace.
Tendiamo a sovrastimare la quota di attenzione che immaginiamo gli altri ci riservino. Sì perché l’interesse principale di ogni persona è … se stessa.
Come succede a noi quando pensiamo di essere oggetto di giudizio.Una quota di giudizio è inevitabile.
Sempre per semplificarci la vita e per risparmiarci fatica, la nostra mente categorizza cose e persone: buono/ cattivo, bello/ brutto, affidabile/ inaffidabile.
Lo fanno gli altri e lo facciamo anche noi.Quello che gli altri pensano è funzione del loro modello del mondo, e spesso c’entra poco con te.
Se io penso che Gigia sia pesante e Caio arrogante, queste valutazioni raccontano in primis di me prima ancora che di loro.
Ok, ma quindi come me la smarco ‘sta paura?
Non c’è una risposta unica: inizio quindi chiedendoti una cosa.
Tu, nella tua vita, quanto giudichi gli altri?
E che parametri usi nella tua valutazione?
Perché qui c’è un piccolo trick.
Se, ad esempio, io penso che il successo sia di un solo tipo, che le carriere devono essere lineari e verso l’alto, che non si può cambiare idea è molto probabile che quando mi troverò in una situazione di queste avrò paura che gli altri mi giudichino per, esattamente, le stesse cose per cui li giudicavo io.
Un buon modo per smarcarla è fare spazio a nuove possibilità.
Vediamo come.
Convinzioni
Pensa a una convinzione che hai radicata dentro di te.
Ad esempio: “chi è senza lavoro ha qualcosa da nascondere.”Prova a immaginare almeno 4 motivi per cui una persona è in quella situazione. Nell’esempio sopra: ci sono stati dei licenziamenti, ha dato le dimissioni perché era un ambiente malsano, ha scelto di tornare a studiare, ha avuto un problema in famiglia, ha avuto una difficoltà di salute, era un contratto temporaneo che per vari motivi ha scelto di accettare ecc.
Con questi nuovi elementi, come cambia la convinzione che avevi?
E poi, la domanda delle domande:
Come sarebbe se sostituissi con la comprensione e la clemenza il giudizio che rivolgi agli altri?
Aspettative
Spesso siamo noi a metterci in scacco dandoci eccessive aspettative di risultato.
Facciamo due esempi:
1. Devo andare alla cena aziendale/ matrimonio/ evento: non conosco nessuno, temo di non riuscire a parlare con nessuno e invece ci terrei tanto a sembrare brillante e fare bella figura.
Qui la paura deriva dalla troppa focalizzazione sul risultato, cioè “sembrare brillante e fare bella figura”, cosa su cui però non abbiamo totale controllo.
Invece, possiamo concentrarci sullo svolgimento della serata, sul processo quindi: arrivare con una buona disposizione d’animo, ascoltare le persone, approfondire quello che dicono ed essere cordiali.
2. Ho paura che il mio capo/ i miei clienti pensino che non sono abbastanza brava perché immagino di dover raggiungere degli standard così alti che neanche so dirli.
Qui c’è una via di uscita, che è anche abbastanza facile.
Ovvero, chiedere a quella persona di esplicitare le aspettative su quel lavoro.
Chiedere apertamente ha anche il vantaggio di portarti in un terreno di dialogo e di confronto, dove puoi portare il tuo punto di vista e la tua esperienza, sentendoti più in controllo della situazione:
“Capo, cosa ti aspetti che faccia?”
”Xy entro 10 giorni”
”Per avere xy a un buon livello serve anche kz, come la gestiamo?”
”Ah, giusto, allora…”
Adesso che abbiamo scaldato i pensieri, chiudo facendoti un’ultima domanda: se non avessi paura del giudizio degli altri, qual è la prima cosa che faresti?
Per scrivermi cos’hai scoperto mi trovi qui: margotdeliperi@gmail.com ✨
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Sono Margot: Career Coach, Manager e Formatrice.
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