Mi fanno arrabbiare
La rabbia è un’emozione, di solito classificata tra quelle negative.
Oggi te ne parlo perché la vedo spesso in azione, al lavoro e non solo, e perché se impariamo a maneggiarla non è così negativa come la pensiamo.
Lo posso dire con grande consapevolezza visto che la bozza finale di questa newsletter non si è salvata e la sto riscrivendo da capo 🥹
La rabbia è energia.
Tra le opzioni che ci dà il nostro cervello quando percepisce un pericolo ci sono:
Fight - Flight - Freeze: Lotta - Fuga - Blocco
La lotta, la prima opzione, è quella della rabbia: sale la temperatura del corpo, aumenta il battito, aumenta la risposta dei muscoli.
Anche quando non vediamo un pericolo reale, ma percepiamo che qualcosa non va sentiamo le stesse sensazioni.
La cosa importante che ripeto spesso qui e nelle sessioni di coaching è che dietro ogni emozione, rabbia compresa, c’è un nostro valore che ci tira la mano per essere ascoltato.
Pensa a una tua recente arrabbiatura e tienila a mente.
Probabilmente la stai ricordando come:
“Quel cretino di Tizio mi ha fatto arrrabbiare quella volta che ….”
Ora forse ti farò arrabbiare anche io 🤓
Tizio magari è un cretino, ma non è lui che ti ha fatto arrabbiare.
La reazione è tua, e parte da una tua percezione, non è un fatto
Andiamo un po’ più a fondo.
La rabbia parte da uno stimolo e ci parla dei nostri bisogni che non sentiamo ascoltati in quel momento.
Torna alla tua recente arrabbiatura: cosa c’era in ballo che ti ha fatto scattare?
Può essere che sia un senso di ingiustizia, il bisogno di veder riconosciuto il tuo lavoro, il bisogno di avere anche tu dello spazio in una situazione.
Cos’altro puoi aggiungere alla riflessione?
Come uscirne
La dinamica, molto semplificata, ora dovrebbe essere più chiara:
percezione - emozione - reazione —> bisogno
Per far sì che la rabbia possa diventare energia positiva è necessario che questo bisogno sia accolto in una richiesta.
Il flusso che ti propongo è:
1. riconoscere che il tuo bisogno esiste ed è legittimo.
Questo può essere difficile per alcune dinamiche che hai vissuto, la messa in ombra, la mancanza di validazione del tuo sentire.
Se sei in questa situazione, faccio il tifo per te.
2. portarlo nella conversazione, facendo una richiesta alla persona con cui stavamo discutendo.
Un modo per farlo è usare questa struttura, che arriva dalla comunicazione non violenta:
> Mi sento…
> Ho bisogno di …
> Ti chiedo…
Questo framework è molto utile anche fuori dalle situazioni di rabbia, ad esempio in famiglia o con gi amici, perché è non-accusatorio e non giudicante.
3.Il terzo step arriva dalla mindfulness.
Richiede un po’ di allenamento ma io ho fiducia in te 🤗
Quando siamo invischiati nel loop delle emozioni è un attimo diventare quella emozione e non vedere altro.
L’esercizio da praticare prevede di cambiare il modo in cui descriviamo la situazione:
da ”Sono arrabbiatə”
a “Sento l’emozione della rabbia”
Questo, che potrebbe sembrare solo un gioco di parole, è invece molto utile perché ci allena a una distanza funzionale dalle nostre emozioni, evitando che diventino così travolgenti da inglobare tutto il nostro essere.
Se ti va di raccontarmi le tue arrabbiature o allenarti con le tue richieste, scrivimi. Rispondo sempre: margotdeliperi@gmail.com ✨
Ti hanno girato questa newsletter e ti chiedi chi sono?
Sono Margot: Career Coach, Manager e Formatrice.
Puoi conoscermi meglio su LinkedIn, nel mio Sito e in una call conoscitiva.