Perché sei un essere speciale
Recentemente ho tenuto 3 workshop di preparazione al colloquio destinati a persone inoccupate.
L’obiettivo del progetto era che le persone riuscissero a fare una buona presentazione di sé nei colloqui reali organizzati in modalità “job speed date”.
Chi ha tenuto il colloquio ci ha dato un bellissimo feedback: “finalmente delle persone che sanno sanno cosa dire di sé”
Una buona presentazione è quella dove:
> Sai chi sei,
> Riesci a raccontarlo con sicurezza,
> Unisci i puntini.
In sintesi, è quella dove rispondi in scioltezza alla domanda “perché dovremmo scegliere te”, che è una domanda di melma solo finché non sai come maneggiarla.
Oggi lo facciamo insieme, perché ti può servire a ogni occasione dove è importante presentarti, che tu stia o no cercando lavoro.
Sai chi sei
Siamo fatti:
> delle esperienze che viviamo e
> di come le rielaboriamo.
Per questo è vero che non c’è una persona uguale all’altra e che siamo tutti esseri unici.
Siamo anche fatti di varie sfumature, di emozioni anche contrastanti - lo abbiamo visto nelle Scintille delle settimane scorse -e di moltitudini.
[“contengo moltitudini” è un verso del poeta Walt Whitman, qualche anno fa me lo sono tatuato a sinistra del cuore]
Veniamo a te e cominciamo con qualche esercizio di introspezione:
Guardati indietro: quali sono stati i punti di svolta della tua vita?
Osserva con clemenza anche i punti più difficili, anzi, proprio quelli: è nelle difficoltà che emerge la tua essenza, il tuo essere speciale di cui avere cura.
Cosa ne hai tratto?
Ti faccio 3 esempi che spero riescano a mostrarti l’importanza della connessione degli elementi.
1.“Sono arrivato dalla Romania quando avevo x anni: ho dovuto imparare velocemente un’altra lingua, capire la cultura, trovare un modo per inserirmi e farmi accettare.
Per questo sono molto efficace a contatto nei contesti dove è importante costruire relazioni con i clienti e metterli a proprio agio.”2.“Le lingue e i viaggi sono la mia passione più grande.
Non ho potuto andare all’università ma ho lavorato in Portogallo e in Irlanda dove in poco tempo mi sono fatto degli amici che sento ancora oggi.
Costruisco relazioni durature e cerco un’azienda con cui creare un rapporto di fiducia per diventare il punto di riferimento dei contatti con l’estero.”3. “A un certo punto della mia vita ho avviato un’attività imprenditoriale, ormai conclusa.
Questo mi permette di comprendere bene quali sono le difficoltà di fare impresa, di mettermi nei panni dell’imprenditore e trovare insieme soluzioni che fanno il bene dell’impresa”.
Raccontarlo con sicurezza
Quelle di prima sono storie vere, di quelle che rimangono in mente a chi ascolta perché arrivano raccontate dal cuore e hanno quindi un livello altissimo di energia.
Dove si trova però questa sicurezza?
La trovi quando ti ri-appropri della tua storia, ci fai pace, e la racconti con orgoglio.
È nella tua storia di vita il tuo essere speciale.
Ed è qui che diventi inattacabile perché:
> chi può dirti che non è vero?
> chi può mettere in discussione quello che hai sentito, vissuto e imparato dalla tua esperienza?
È una domanda retorica, e sulla carta nessuno potrebbe farlo.
Se però trovi qualcuno che lo fa, è un segnale molto forte e ti indica che, forse, quella cosa non fa per te.
Unire i puntini
Questa parte è quella che mette più in difficoltà le persone che incontro.
Probabilmente è perché non siamo ancora tanto allenatə a pensare in modo sistemico e consequenziale e non ci sono luoghi dove sperimentare in sicurezza.
Forse, e qui tocchiamo un punto dolente, è anche perché non abbiamo ancora l’attitudine di attribuirci del potere personale inteso come agency, cioè possibilità di intervenire attivamente sulle situazioni.
Come si fa a unire i puntini nella pratica.
> Puoi partire dal particolare, da un dettaglio, e ricavare il tuo quadro generale.
> Oppure puoi partire dall’alto e scendere nel dettaglio, iniziando da quello in cui credi e poi andando via via a collegare i vari elementi.
Per la mia narrazione utilizzo questo metodo.
Se non ti viene bene al primo colpo non preoccuparti, è un processo lungo e continuo.
Io ci ho messo solo qualche anno :)
A prescindere dal metodo che preferisci, per aiutarti a collegare i puntini ti consiglio queste due tecniche:
> i 5 perché: di ogni cosa che dici scava a fondo chiedendoti appunto “perché” 5 volte.
Esempio:
Mi piace studiare
perché
Credo nella conoscenza
perché
Più cose so più strumenti ho per cavarmela … ecc ecc
Ti snerverà e ti verrà voglia di lanciare il quaderno per aria, ma ti farà arrivare bene in profondità e scoprire cose nuove.
> ”e quindi/ so what”: adesso che hai chiarito i passaggi con i vari perché, prova a testare se i collegamenti logici funzionano e nel caso aggiustali.
Chiama una persona amica e chiedile di ascoltarti e darti un feedback sincero.
Se è una persona davvero amica sarà felice di farlo e molto probabilmente ti restituirà qualcosa a cui non avevi ancora pensato.
Anche quello è il tuo essere speciale.
Se ti va di unire i puntini insieme puoi scrivermi qui, rispondo sempre: margotdeliperi@gmail.com ✨
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Sono Margot: Career Coach, Manager e Formatrice.
Puoi conoscermi meglio su LinkedIn, nel mio Sito e in una call conoscitiva.