Stare o lasciare?
Qualche tempo fa la mia amica
ha scritto un post chiedendo se quando ci si trova in un ambiente lavorativo problematico sia meglio rimanere o lasciare.Oggi te ne voglio parlare perché nelle sessioni di coaching che tengo capita spesso che le persone si chiedano se il problema stia nell’ambiente o in loro, e ho pensato che rifletterci insieme potrebbe essere utile anche a te.
Piccolo inciso: di solito sono le persone più competenti e introspettive che si fanno questa domanda, e il più delle volte è l’ambiente, e non loro, il problema.
Guardando indietro nella mia storia ho memoria di alcune resistenze stoiche che ho fatteoin nome di un’educazione che ci insegna a non mollare, a stare lì a testa bassa, a dimostrare il triplo
“perché non puoi mica arrenderti alla prima difficoltà, la vita è sacrificio, il mondo non gira come vuoi tu”
e per molte altre cose che probabilmente avrai sentito anche tu.
Crescendo, studiando e conoscendomi ho capito che la resistenza a tutti i costi non è quasi mai premiante.
E che ci sono degli ambienti in cui puoi solo adoperarti per andar via il più velocemente possibile.
Ti condivido qui di seguito la mia personalissima lista di campanelli d’allarme, così puoi avere una traccia per valutare, nel bene e nel male, l’ambiente in cui ti trovi.
Il contesto è svalutante
Parlare male dei colleghi o dei capi è considerato normale e accettato.
A stare immersi in posti così si fa la fine della rana bollita, che - dice la leggenda - se viene immersa in una pentola d’acqua che si riscalda gradualmente non si accorgerebbe che si sta lessando.
Io ci sono stata, in un ambiente così. Me ne sono resa conto quando, in un altro contesto, mi sono stupita sentendo che invece parlavano bene delle persone: Tizia è bravissima nella SEO, Caio è super nelle ADV, il capo tiene tanto a questa causa civile ecc.
Scommettono su di te solo in una situazione critica.
Capita soprattutto alle donne e il fenomeno si chiama Glass Cliff, scogliera di cristallo.
Copio da Wikipedia:
Il concetto di "scogliera di cristallo" indica quella situazione in cui nei momenti di grave crisi, quando ogni scelta comporta elevati rischi di fallimento e impopolarità, si rischia di identificare una persona "da bruciare" in caso di fallimento (in inglese fall guy). Ed è più difficile trovare uomini disponibili ad accollarsi questo compito, che viene più facilmente assegnato a una donna.
Oltre a questo, sulla scogliera di cristallo ci sono anche cose come:
> assegnarti due ruoli, compreso il lavoro di un’altra persona, “che sei tanto capace”,
> non ricevere formazione e riconoscimento economico perché è “una grande opportunità”;
> darti la responsabilità di redimere casi problematici, “perché hai una grande empatia ed è proprio quello che serve qui”
Cambieranno solo grazie a te.
Questa è tra le mosse più subdole che ho visto: funziona con persone di buona volontà, desiderose di avere un impatto positivo e di essere artefici di un cambiamento. È molto lusinghiera: chi non vorrebbe essere la persona prescelta per un incarico tanto importante?
Come non caderci? Ricordando che al lavoro ogni cambiamento è un processo che deve essere condiviso e soprattutto promosso, o almeno non ostacolato, dai vertici.
Se non hai loro a legittimare i tuoi sforzi ti troverai sfinitə e frustratə.
Il team non esiste
Definizione non scientifica: il team è un gruppo dove c’è fiducia e dove la somma delle parti è più del singolo.
Se non è così, è un gruppo di persone che lavora nello stesso spazio e tempo, e finisce lì.
Che tu sia manager o individual contributor, la qualità del contesto ha un impatto inevitabile sulle persone con cui lavori, nel bene o nel male.
Se sei solo tu che spingi per la causa, difficilmente avrai un risultato significativo.
La conta è di parte
Tutto è misurabile, ma se misurano solo quanti minuti si spende al caffè e in quanti si fa pausa ma non se, come e che beneficio hanno i tuoi risultati forse c’è un problema di metodo che potrebbe danneggiarti in futuro - se non loha già fatto.
“Ok, ma non è che comunque sono io?”
L’ambiente non lo puoi cambiare, è fuori dal nostro ambito di azione.
Quello che puoi valutare, se ti va, è come sei tu in quell’ambiente e se c’è qualcosa che potresti fare per viverlo meglio, nel caso in cui ci sia spazio per farlo.
Domande utili da farti sono:
> cos’è che mi farebbe rimanere qui?
> come posso far sì che [la tal cosa che vorresti] succeda?
E se dopo aver riflettuto attentamente scopri che è il caso di andare, progetta l’uscita con un piano ben fatto.
Per fortuna non siamo delle montagne e abbiamo la possibilità di spostarci verso un luogo dove stare bene.
Per scrivermi cos’hai scoperto del tuo contesto mi trovi qui: margotdeliperi@gmail.com ✨
Ti hanno girato questa newsletter e ti chiedi chi sono?
Sono Margot: Career Coach, Manager e Formatrice.
Puoi conoscermi meglio su LinkedIn, nel mio Sito e anche in una call conoscitiva.