Veniamone a Capo
Capita a tutti di avere un capo, anche se sei freelance.
Oggi vorrei darti qualche spunto di riflessione sempreverde: vale col capo che hai, per prepararti al capo che avrai (o sarai!), ma anche per rileggere alcune situazioni del passato e dargli senso.
A volte ce ne tocca in sorte uno pessimo: su questo ha scritto un libro intero Domitilla Ferrari - te lo linko in fondo.
Nel mio caso ho avuto:
> Un’ottima capa che mi ha insegnato a fare squadra per davvero.
> Un buon capo che mi ha assunta per il potenziale e non per le competenze (ero super junior)
> Una serie di capi immobili e pavidi.
Considerazione #1: è una relazione tra persone.
Il fatto che sia una relazione fa sì che anche tu possa giocare le tue carte se ti va.
Per farlo, devi conoscere bene sia lui che te.
Sulla carta, è un rapporto di interdipendenza.
Semplificando: tu servi a lui, lui serve a te.
C’è però una verità brutale, fuori dalla bolla di LinkedIn e della Harvard Business Review.
Spesso il capo è lì per fare il suo interesse, non il tuo.
“Ma che dici Margot, impossibile, lo pagano apposta”
Mettiamo anche che un pochino ci tenga a te perché sei brillante, capace e gli togli le castagne dal fuoco quindi gli sei utile, ma fra salvare te o lui, sceglierà sempre se stesso.
Soprattutto quando è lui in crisi di popolarità con il suo capo.
Per capire qual è il suo interesse serve indossare il cappellino da detective per conoscere più a fondo sia lui che il contesto in cui siete.
Vediamo qualche domanda utile.
Di cosa parla volentieri?
Come si descrive quando parla?
A cosa tiene di più tra potere, autorità, prestigio sociale, conoscenza?
Quali sono i suoi valori?
Com’è con le altre persone, sia quelle del tuo ufficio che quelle degli altri dipartimenti?
È una persona cercata o evitata?
Siccome abbiamo detto che è una relazione tra due persone, passiamo ad analizzare come sei tu in quel contesto, facendoti le stesse domande qui sopra.
Di solito con questo esercizio vengono a galla cose inedite e interessanti che sono sempre state lì ma non avevano ancora il giusto riflettore.
Ad esempio:
se sei una persona coraggiosa e lui no (o viceversa), non vi capirete e finirete allo scontro.
se credi nella condivisione aperta e lui “lava i panni in casa”, pure.
se ami formarti e lui è fermo alla Bocconi degli anni ‘90, idem.
Anzi, si sentirà minacciato e penserà che vuoi fargli le scarpe.
Le difficoltà più grandi avvengono quando abbiamo uno scontro tra valori.
E quindi?
Considerazione #2: Costruire su quello che c’è
Se hai un buon livello di soddisfazione complessiva a lavoro ma il vostro rapporto non gira bene puoi provare a farla girare meglio tu.
Con la comunicazione, che il pilastro di ogni relazione.
Adesso che hai qualche elemento in più per inquadrare la relazione con il tuo capo:
Focalizza qual è il suo interesse per ogni progetto e dagli gli elementi per leggere attraverso quelle lenti quello che gli proponi.
Dove possibile, asseconda il suo stile:
> Vuole essere informato di tutto? Mettilo in cc in ogni email.
> Deve vedere tutti i passaggi che segui nel ragionamento per capire come arrivi alle soluzioni? Mostraglieli.
> Preferisce le chiamate o le email? Crea un buon mix di strumenti nelle tue modalità di comunicazione, avendo sempre cura di rispettare i tuoi confini.Vuole uscirne sempre bene ma non riconosce i tuoi meriti?
Fa’ sì che i tuoi meriti siano conosciuti anche dalle persone fuori dall’ufficio, in modo da avere persone alleate e a supporto del tuo progetto.#QuelliBravi lo chiamano networking interno.
Se invece non gira proprio, prendi quello che di utile c’è per resistere per adesso e programma il tuo piano di cambiamento.
Il rapporto con il capo è il principale motivo per cui una persona cambia lavoro, non sei solo tu a essere in questa situazione.
Per fortuna, lentamente ma inesorabilmente il mondo del lavoro sta cambiando.
E anche se con molte resistenze, dovrà diventare più umano, rispettoso e accogliente perché le persone stanno cambiando, scoprendo che anche loro sono l’offerta di lavoro e partecipano attivamente a definire quello che desiderano dal lavoro.
Cose da leggere e vedere
📚 Domitilla Ferrari, Il Pessimo Capo.
Perché ci sono dentro tutti i nostri pessimi capi, e forse anche noi.
📚 Amelie Nothomb, Stupore e Tremori.
Perché la narrativa dice meglio della saggistica.
🎥 Perfect Days, Wim Wenders.
Perché prima del lavoro che facciamo c’è sempre chi siamo 🫶
Se ti va di venirne a capo scrivimi, ti leggo volentieri: margotdeliperi@gmail.com ✨
Ti hanno girato questa newsletter e ti chiedi chi sono e cosa faccio?
Sono Margot e ho una multi-carriera: Manager, Career Coach e Formatrice.
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