In questi giorni ho tenuto un corso dedicato a donne inoccupate.
È un percorso finanziato dai fondi europei, ci sono altri due docenti, e con me le partecipanti fanno un percorso che va dalla teoria di una comunicazione efficace di sé, alla pratica.
Nel concreto, le persone scrivono, si presentano ad alta voce alle compagne, ricevono feedback e migliorano via via la loro presentazione.
L’obiettivo formale è arrivare a un colloquio più sicure e in grado di comunicarsi al meglio.
L’obiettivo sottostante, ed è il più importante, è che padroneggino la loro storia, che la accolgano in tutte le sue parti, comprese quelle spiacevoli - e che la sappiano raccontare con intenzione, perché come dice la mia amica Gil
“dove mettiamo intenzione lì va la nostra direzione.”
Cosa ti serve perché vada bene?
Finito il suo turno di presentazione, ho chiesto a una ragazza come sentiva fosse andata, e mentre lei sbottava un accigliato “malissimooooo” detto a occhi bassi, fronte corrucciata scuotendo la testa, dalle compagne si levava invece spontaneo un coro accorato di “beneeeeeeee”.
La domanda che le ho fatto, e che faccio anche a te, è:
“Cosa ti farebbe dire che è andata bene?”
È una domanda che torna utile nelle occasioni in cui dobbiamo autovalutarci e a cui risulta difficile rispondere perché troppo spesso ci guardiamo con gli occhiali sbagliati. Di solito capita dopo un colloquio, una performance sportiva o artistica, una presentazione in pubblico.
Come se ne esce?
Le risposte a questa domanda possono cadere in queste categorie:
Competenze
Vorrei sapere meglio l’inglese, vorrei dire meglio quello che so
Questo è un livello relativamente facile da sbloccare perché si tratta di qualcosa da apprendere, praticare, migliorare.
Per approfondire, la domanda ulteriore da farsi è
“Come cambierebbe la situazione se sapessi meglio [l’inglese/ Excel/ …]?.
È una domanda apparentemente banale ma in realtà è quella che ci toglie il velo perché a volte ci ripariamo dietro lo scudo di quello che ci manca per non vedere invece quello che c’è.
Relazione
Questo livello entra in gioco quando ci sono altre persone coinvolte; è il livello, ad esempio, del “non riesco a farmi ascoltare/ rispettare/ … ”.
Se la tua risposta rientra in questa casistica, è plausibile che il lavoro da fare sia sulla creazione della relazione con le persone con cui ti interfacci.
La domanda successiva è “com’è per te una relazione efficace/ rispettosa/ …”
Sentire
“Vorrei sentirmi più …”
Questo è il livello più profondo perché mobilita le energie delle emozioni, che sono il nostro grande, unico, potente motore del nostro esistere.
Le due domande sblocca-livello sono “perché è importante per te sentirti […]?” e “di cosa hai bisogno per sentirti …?”
✨ Facciamo Scintille compie un anno 🎉
Esattamente un anno fa, sul treno di ritorno da uno speech che avevo tenuto a Genova, partiva il primo, timidissimo, numero di Facciamo Scintille.
Come è andato quest’anno?
Bene, molto più di quello che mi immaginassi.
Cosa me lo fa dire 🙃 ?
Ho mantenuto l’impegno, con me stessa in primis, di scrivere (quasi) ogni sabato, e con questa, siamo a 49 uscite.
Ho superato la mia nemesi di non avere niente di interessante da dire.
E ho scritto anche quando pensavo che non ce l’avrei fatta.
Ho iniziato a raccontare di me in pubblico, sbloccando il livello dell’autenticità che è quello che alla fine ci fa avvicinare tra umani.
Infatti, sono arrivati dei feedback bellissimi e inaspettati che mi hanno ricordato quanto sia importante far sapere alle persone che apprezziamo quello che fanno - e mi hanno incoraggiato a farlo più spesso.
Mi hanno ricontattata persone che non sentivo da 20 anni, perché la vita capita, e sono molto grata che lo abbiano fatto.
Mi hanno citata e linkata persone che stimo un sacco.
Ho ispirato altre persone a mettere al mondo le loro idee, innescando anche per loro questo circolo virtuoso.
Si sono attivate opportunità di lavoro allineate a quello che desidero.
🎁 Un regalo per te
Per festeggiare questo primo compleanno ho deciso di regalare 1 sessione individuale di coaching alle prime 3 persone che mi scriveranno.
Come funziona?
Mi scrivi qual è il tuo obiettivo specifico del momento, capisco se posso esserti utile, ci accordiamo per la data - indicativamente da metà novembre in avanti - e ci vediamo in call per 1h.
Esempi di obiettivi sono: capire se cambiare lavoro // superare un ostacolo // diventare un collega/ capo migliore.
Perché è diversa dalla call conoscitiva?
Perché nella call conoscitiva, appunto, ci conosciamo, mi racconti un po’ di te e puoi anche chiedermi solo un parere o un’informazione.
Nella sessione di coaching si segue invece la metodologia processuale prevista da ICF, l’associazione internazionale cui aderisco. Si parte dal problema e si arriva al piano d’azione, che costruisci tu, io sono lì a facilitare la scoperta con domande e ascolto attivo.
Cosa ottieni?
Un piano di azione che fai tu per andare verso l’obiettivo che hai definito.
“Mi vendi qualcosa dopo?”
No.
“Mantieni il segreto professionale?”
Sì, sono parte di ICF che ha un codice etico molto stringente.
“Perché lo fai?”
Perché a volte tutto quello che ci serve è una possibilità.
“Dove ti scrivo?”
Qui: margotdeliperi@gmail.com
Sono Margot: Career Coach, Manager e Formatrice.
Puoi conoscermi meglio su LinkedIn, nel mio Sito e in una call conoscitiva che può fare luce su alcune zone d’ombra che hai nel tuo lavoro.